Mancano pochi mesi all’uscita dell’Inghilterra dalla EU, la pandemia aveva già portato Bruxell a perdere la pazienza con il governo inglese che vuole nuovamente rivedere gli accordi già presi dopo tutti gli anni persi in interminabili trattative dove quindi o Johnson accetta quanto concordato o subiranno l’uscita nel peggior modo possibile, hard brexit.
A tutto ciò l’Inghilterra ha perso chi aveva utilizzato ed appoggiato la brexit per indebolire l’Europa (ed invece sta accadendo l’opposto), Trump il quale aveva promesso agli inglesi forti compensazioni ed aiuti dal momento che ne sarebbero usciti.
Di fatto i tempi lunghi nelle trattative con Bruxell e la non rielezione di Trump porterà l’Inghilterra a dover stare in corner dato che Biden tra le prime cose riallaccerà i rapporti con la EU e di certo non manterrà le promesse fatte da Trump agli inglesi. (I media americani ed europei, compresi alcuni italiani, già oggi ne hanno parlato).
Londra per non rimanere con il cerino in mano già ieri si e’ mossa con Johnson che ha chiamato la Ursula dimostrandosi (ma guarda un po’ ...!) più disposto a collaborare (sulla pesca ed aiuti di stato, mica aviation).
Biden ha tutto l’interesse a legare con la EU e viceversa e questa ne esce ancora più rafforzata nel non concedere nulla al governo di Johnson dove tra l’altro la brexit creerà notevoli difficoltà interne con la Scozia ed Irlanda oltre alla metà del popolo inglese che non voleva l’uscita dalla EU.
In questo scenario si colloca la discussione sui voli per l’Inghilterra da Linate che non potranno più essere fatti e in queste condizioni ridiscutere i vari decreti su Linate in sede EU non e’ proprio il caso anche perché sarebbe imbarazzante e respinto al mittente.
Tra l’altro in sede IATA già l’anno scorso si era previsto che con la brexit vi sarebbe stato un calo del traffico business notevole (quasi un -26%) tra UK ed EU e le centinaia di aziende inglesi che hanno spostato sedi e personale in EU sono state lo specchio di una decisione negativa che passerà alla storia.
Siccome il tempo stringe e il tutto va chiuso entro metà novembre tra Bruxell e Londra con o senza accordo va da se che di tempo per discutere su Linate non c’è ne.
https://www.google.it/amp/s/www.repubblica.it/esteri/2020/11/07/news/brexit_l_accordo_si_puo_fare_dice_boris_johnson_ma_restano_ampie_divergenze_-273513780/amp/
Qui un articolo scritto poco prima della vittoria di Biden:
http://www.londraitalia.com/politica/biden-o-trump-cosa-cambia-per-londra-e-per-la-brexit/
Stralcio dell articolo:
..... Biden è infatti molto legato alle radici irlandesi della sua famiglia (da parte di madre) e di quelle di molti americani, e ha definito apertamente la Brexit “pura follia”, sottolineando più volte come l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea metterebbe in pericolo l’accordo del Venerdi Santo (trattato di pace che mise fine al conflitto in Irlanda del Nord del 1998) e la tregua tra cattolici e protestanti.
Senza contare poi, dell’antipatia personale tra lo stesso Biden e il premier britannico Boris Johnson, che ha definito il candidato democratico alla Casa Bianca “un clone di Trump a livello fisico ed emotivo”.
Che ne sarebbe quindi, dei negoziati per un accordo commerciale bilaterale post-Brexit tra Stati Uniti e UK? Quel che è certo che nel caso di vittoria di Biden le trattative tra UK e US dovrebbero essenzialmente ricominciare da capo. Ma non solo. Dovessero esserci discordie, Biden ha fatto sapere che sarebbe anche disposto a ritirare la possibilità di un trattato commerciale con il Regno Unito
A tutto ciò l’Inghilterra ha perso chi aveva utilizzato ed appoggiato la brexit per indebolire l’Europa (ed invece sta accadendo l’opposto), Trump il quale aveva promesso agli inglesi forti compensazioni ed aiuti dal momento che ne sarebbero usciti.
Di fatto i tempi lunghi nelle trattative con Bruxell e la non rielezione di Trump porterà l’Inghilterra a dover stare in corner dato che Biden tra le prime cose riallaccerà i rapporti con la EU e di certo non manterrà le promesse fatte da Trump agli inglesi. (I media americani ed europei, compresi alcuni italiani, già oggi ne hanno parlato).
Londra per non rimanere con il cerino in mano già ieri si e’ mossa con Johnson che ha chiamato la Ursula dimostrandosi (ma guarda un po’ ...!) più disposto a collaborare (sulla pesca ed aiuti di stato, mica aviation).
Biden ha tutto l’interesse a legare con la EU e viceversa e questa ne esce ancora più rafforzata nel non concedere nulla al governo di Johnson dove tra l’altro la brexit creerà notevoli difficoltà interne con la Scozia ed Irlanda oltre alla metà del popolo inglese che non voleva l’uscita dalla EU.
In questo scenario si colloca la discussione sui voli per l’Inghilterra da Linate che non potranno più essere fatti e in queste condizioni ridiscutere i vari decreti su Linate in sede EU non e’ proprio il caso anche perché sarebbe imbarazzante e respinto al mittente.
Tra l’altro in sede IATA già l’anno scorso si era previsto che con la brexit vi sarebbe stato un calo del traffico business notevole (quasi un -26%) tra UK ed EU e le centinaia di aziende inglesi che hanno spostato sedi e personale in EU sono state lo specchio di una decisione negativa che passerà alla storia.
Siccome il tempo stringe e il tutto va chiuso entro metà novembre tra Bruxell e Londra con o senza accordo va da se che di tempo per discutere su Linate non c’è ne.
https://www.google.it/amp/s/www.repubblica.it/esteri/2020/11/07/news/brexit_l_accordo_si_puo_fare_dice_boris_johnson_ma_restano_ampie_divergenze_-273513780/amp/
Qui un articolo scritto poco prima della vittoria di Biden:
http://www.londraitalia.com/politica/biden-o-trump-cosa-cambia-per-londra-e-per-la-brexit/
Stralcio dell articolo:
..... Biden è infatti molto legato alle radici irlandesi della sua famiglia (da parte di madre) e di quelle di molti americani, e ha definito apertamente la Brexit “pura follia”, sottolineando più volte come l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea metterebbe in pericolo l’accordo del Venerdi Santo (trattato di pace che mise fine al conflitto in Irlanda del Nord del 1998) e la tregua tra cattolici e protestanti.
Senza contare poi, dell’antipatia personale tra lo stesso Biden e il premier britannico Boris Johnson, che ha definito il candidato democratico alla Casa Bianca “un clone di Trump a livello fisico ed emotivo”.
Che ne sarebbe quindi, dei negoziati per un accordo commerciale bilaterale post-Brexit tra Stati Uniti e UK? Quel che è certo che nel caso di vittoria di Biden le trattative tra UK e US dovrebbero essenzialmente ricominciare da capo. Ma non solo. Dovessero esserci discordie, Biden ha fatto sapere che sarebbe anche disposto a ritirare la possibilità di un trattato commerciale con il Regno Unito