Voli «Covid free» Roma-Milano, in un mese fermati 25 passeggeri positivi
I dati della sperimentazione del test rapido sui voli Alitalia: positivo lo 0,8% dei viaggiatori. L’85% delle persone esaminato in aeroporto. L’ipotesi dei test salivari
di Leonard Berberi
I test rapidi in aeroporto hanno consentito di individuare in un mese 25 passeggeri positivi al coronavirus prima dell’imbarco sui voli tra Roma e Milano. È questo il risultato della sperimentazione dei collegamenti «Covid free» (sarebbe più appropriato parlare di «Covid tested») tra il capoluogo lombardo e la capitale italiana. Nel complesso lo 0,8% dei viaggiatori sottoposti gratis allo screening nei due scali di partenza ha avuto il tampone positivo — stando all’analisi dei dati che Alitalia ha fornito al Corriere della Sera — e per questo non è stato fatto salire, ma sottoposto a ulteriori accertamenti.
Il test italiano
Il viaggio in aereo soltanto con un certificato di negatività è oggetto di discussione in tutto il mondo: in un momento in cui l’emergenza sanitaria impone blocchi agli spostamenti, restrizioni e quarantene per chi arriva dall’estero il settore è in crisi profonda, soprattutto nell’ambito dei voli intercontinentali. Il test italiano di Alitalia e delle società di gestione aeroportuale (Sea e AdR) — che doveva concludersi a metà ottobre, ma è stato prolungato fino ai primi giorni di novembre — è sorvegliato speciale da tutti gli addetti ai lavori perché potrebbe convincere i governi a mettersi d’accordo per introdurre i test rapidi prima dell’imbarco facendo riprendere i flussi internazionali.
Le caratteristiche
La sperimentazione tra le due città — decisa dalle rispettive ordinanze regionali — è iniziata il 16 settembre sulla tratta Roma Fiumicino-Milano Linate e il 23 settembre nella direzione opposta su quattro voli al giorno (due il fine settimana). Ancora oggi i passeggeri possono salire a bordo su alcuni collegamenti specifici o presentando la certificazione di un tampone molecolare o antigenico effettuato nelle 72 ore precedenti l’imbarco oppure sottoponendosi al test rapido in aeroporto che fornisce l’esito in 30-40 minuti.
Le statistiche
Nel periodo 16 settembre-16 ottobre secondo i dati forniti da Alitalia circa 3.700 passeggeri hanno acquisto un posto in uno dei voli «Covid tested» tra Roma e Milano: di questi il 15% si è presentato all’imbarco portandosi da casa un certificato di negatività. L’altro 85% ha effettuato il test in aeroporto. Tra questi i positivi sono stati 25. Di questi positivi 13 sono stati individuati a Fiumicino, 12 a Linate. Ma dal momento che la sperimentazione al Nord è partita il 23 settembre, una settimana dopo la capitale, le proporzioni risultano differenti: sulla direttrice Roma-Milano è stato fermato un positivo ogni 4 voli, nella direzione opposta uno ogni tre.
La logistica
Il test rapido è anche un problema logistico. Attualmente lo screening avviene prima dei varchi di sicurezza. Per questo dal 23 ottobre è attiva a Fiumicino una postazione dove sottoporre i passeggeri anche vicino al gate di partenza dei voli «Covid tested». Una mossa — ragionano in Alitalia — che serve anche a recuperare il traffico «in connessione» su questi due voli. La compagnia sta sondando con le autorità sanitarie la possibilità di utilizzare i test salivari meno invasivi del tampone.
La reazione
Uno dei nodi di questo test — dal punto di vista delle compagnie aeree — è anche la reazione dei passeggeri. Il vettore tricolore spiega che dalle indagini effettuate il giudizio dei viaggiatori «risulta essere molto positivo, con un dato di soddisfazione medio del 87%». Tra loro il 92% ritiene di aver volato in modo «molto più sicuro». Dall’inizio dell’emergenza sanitaria Alitalia poi ricorda che in oltre 35.000 voli non ha registrato alcun caso di trasmissione di Covid tra passeggeri ed equipaggi a bordo.
Il sondaggio internazionale
Una recente indagine della Iata, la principale associazione internazionale dei vettori, l’83% dei passeggeri dichiara di non voler volare se all’arrivo è prevista la quarantena. Motivo per cui l’88% risponde «sì» al test prima del viaggio così da evitare due settimane in isolamento. Ma chi deve pagare per lo screening? Secondo gli intervistati della Iata la spesa deve essere sostenuta dagli Stati (39%), solo un quarto pensa che debba essere a carico dei viaggiatori.
Quanto costa nel mondo
La spesa per il tampone è in effetti una delle questioni da dirimere. Se la sperimentazione è gratuita in Italia (e per chi transita all’Oakland International Airport, California), all’aeroporto di Londra Heathrow il test costa circa 90 euro, al Tampa International Airport (Florida) quello molecolare costa 105 euro, quello antigenico 48 euro. Allo scalo di Bruxelles vengono richiesti da 67 a 100 euro. La compagnia aerea Hawaiian Airlines offre il servizio a 76 euro (risultati entro 36 ore) e 130 euro (esito lo stesso giorno). Sui voli San Francisco-Hawaii i passeggeri di United Airlines possono sborsare 210 euro per il test rapido o 67 euro per il kit spedito a casa.
24 ottobre 2020 (modifica il 24 ottobre 2020 | 07:35)
https://www.corriere.it/cronache/20_ottobre_24/voli-covid-free-roma-milano-un-mese-fermati-25-passeggeri-positivi-27be7e34-156a-11eb-b371-ea3047c1855f.shtml