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    I conti con la realtà

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    Messaggio Da FlyIce

    Ci sono due realtà possibili per Alitalia.

    Quella scritta, propagandata e vissuta a Roma, all'insegna del "siamo fortissimi", il brand vale un sacco di soldi, siamo la compagnia piu' puntuale della galassia. In sintesi "Alitalia è un gioellino".
    La seconda è quella che esce dai numeri nudi e crudi: Alitalia è in bancarotta da quattro anni (mancano pochi giorni al 4o compleanno dell'AS), dopo aver perso cifre record ogni anno, nessun compratore si è fatto avanti e il Covid ha dato il colpo di grazia a qualsiasi velleità di salvataggio/ristrutturazione/rilancio.

    Nel primo filone c'è la gestione dell'AS da parte dei primi Commissari, de facto "capitanati" da Gubitosi, che appena arrivati hanno preso in leasing un grosso e inutile B777-300ER, in un esemplare singolo, non hanno praticamente fatto tagli o efficentamenti, hanno addirittura rifatto le divise e stavano pure per prendere in leasing due nuovi A321neo, dei quali si sapevano già le "marche". Operazione sfumata in extremis.
    Immaginate le conseguenze se qualcosa del genere fosse successo in USA durante una gestione "Chapter 11".
    Il "feeling" per i lavoratori non era quello di essere appena finiti in bancarotta ma di vivere un imminente rilancio, un ritorno ai fasti del passato, sia quello lontano della Dolce Vita romana, sia quello recente ma fallimentare di Etihad.

    La seconda realtà era sotto traccia ma presente; i bandi di vendita andavano regolamente deserti: nessuno voleva comprarsi il gioiellino. A fine 2019 i 3 commissari sono stati sostituiti da Leogrande che da Blue Panorama si è preso Zeni come Direttore Generale. "Uomo gradito a Lufthansa", dicevano le voci sempre ben informate che vivevano fisse nell'altro scenario.
    Lufthansa alla fine arrivo' perchè convocata in Parlamento, nella persona di Joerg Eberhart, Presidente e CEO di Air Dolomiti, in pratica il loro "viceré" in Italia, avvenuta all'inizio del 2020, poco prima che tutti venissimo travolti dal Covid.
    La sua presentazione (la trovate qui), che su altri aspetti non condemmo affatto, fu talmente una doccia fredda da lasciare tutti praticamente sotto shock.
    Il racconto era quello della pesante ristrutturazione che aveva interessato Lufthansa negli anni '90, in modo da renderla competitiva. Un percorso "lacrime e sangue" che pareva un film antico e poco attuale rispetto alla situazione di Alitalia.
    In quell'occasione, LUfthansa confermo' che l'unica ipotesi sul tavolo era una partnership commerciale, cioè quasi nulla.
    I sogni di gloria di un'alleanza o di un ingresso nel gruppo, grazie ai soldi dello stato si erano infranti all'improvviso.

    Ora siamo ad un momento di svolta, la prima realtà sta lasciando il posto alla seconda, gli articoli dei giornali hanno cambiato tono.
    Alitalia presto non si chiamerà neanche piu' Alitalia, ma ITA o qualcos'altro.

    Questa "discontinuità" pretesa dalla EU, sarà sufficiente o ci sarà ancora chi sogna di improbabili rilanci?
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