Le nostre indciazioni di una partenza di ITA molto piu' avanti di quanto annunciato da Lazzerini hanno trovato conferma sulla stampa: vedere articolo di ieri di Dragoni sul Sole24Ore.
La nuova data di nascita di ITA e di "morte" per la vecchia Alitalia è ora prevista a novembre prossimo, tradizionalmente mese dei morti.
Mese peraltro poco adatto al lancio di una nuova compagnia aerea, perchè la neonata avrebbe davanti a sè mesi molto magri almeno fino a Pasqua (ok c'è una parentesi intorno a Natale, intensa ma breve).
Facciamo un passo, andiamo ad oggi e ai 100 milioni che il Governo ha promesso ai commissari "per tirare a campare" almeno questa estate, visto che non riuscivano neanche piu' a pagare gli stipendi, neanche quei pochi rimasti tolto l'ingente ricorso alla Cassa Integrazione causa pandemia e crisi aziendale, visto che era già in uso da prima che si pronunciasse la sigla Covid-19.
Si tratta chiaramente di un aiuto di Stato, illegale sencondo le norme europee. Ma quanto dureranno? Riusciranno a traghettare Alitalia in ITA? Probablimente no, ben difficilmente basteranno fino a ottobre; facendo qualche stima, non dureranno piu' di 3 mesi, 4 al massimo perchè siamo in estate.
A settembre o ottobre saremo di nuovo davanti alla scena pietosa dei commissari che chiedono soldi per andare avanti e dei dipendenti giustamente arrabbiati, per non parlare dei fornitori che continueranno ad accumulare crediti praticamente inesigibili dall'Amministrazione Straordinaria.
Dopo 3 presti ponte e una serie di "aiutini"/ristori causa Covid lunga un anno, ancora non si vede l'altra sponda o meglio la spalletta del ponte.
Per ora il domani è oggetto di trattative con la EU, ma un punto è chiaro: la discontinuità.
Il ponte (di soldi) non arriverà mai a toccare l'altra sponda, la futura e promessa ITA.
Le prime indiscrezioni su cosa vuol dire discontinuità le abbiamo già lette e vi diciamo che non è ancora emersa con chiarezza la mole di problematiche che la caratterizzeranno: si parte dai biglietti Alitalia non validi su ITA, quindi da un giorno all'altro, al probabile azzeramento dei programma di fidelizzazione che rischia di essere azzerato.
In una parola di tratta di un "grounding", magari breve, brevissimo, ma pur sempre impattante.
Finora i clienti/i passeggeri non hanno avuto alcuna ripercussione delle vicende Alitalia/ITA: l'avranno pure loro.
Ora che senso ha continuare a buttare soldi nel pozzo senza fondo di Alitalia commissariata solo per darle qualche altro giorno di operatività e debiti?
La discontinuità richiesta dalla EU non permetterà di arrivare ad ITA senza scossoni e senza traumi.
La realtà è chiara, neanche commissariata, Alitalia riesce a sorreggersi sulle proprie ali.
Continuare a rifinanziarla non farà altro che creare ulteriori problemi con la EU, i fornitori, e pone seri dubbi che i Commissari stiano facendo davvero l'interesse dei (molti) creditori.
In un qualsiasi altro membro della EU, si sarebbero rispettare le regole, peraltro sottoscritte anche dal nostro paese, si sarebbe presa una decisione (forse) impopolare: quella di rinunciare a questo "accanimento terapeutico" e di concentrarsi sul futuro. Una mossa del genere faciliterebbe pure la partenza di ITA, dopo un grounding la discontinuità è indiscutibile, garantita.
Molti soldi sono stati stanziati: si potrebbero usare per gli ammortizzatori sociali nel breve termine e per un valido progetto industriale di ITA, nettamente piu' serio di quello di quello attuale, condizionato ancora una volta dal passato e dalla necessità di rivedere le ambizioni a causa dei vincoli della EU.
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