Facciamo il punto della situazione mettendo nel quadro anche l'emergenza Coronavirus in Italia.
Alitalia sarà colpita pesantemente anche perchè l'Italia è uno dei maggiori focolai del virus.
A Linate (in teoria gallina dalla uova d'ora) rimangono i voli per Roma e per il sud Italia /isole.
Nessuno da Milano volerà mai verso nord facendo scalo a Roma e prendendo due voli invece di uno, soprattutto in questo periodo, dove evitare contatti con altre persone è la regola numero uno.
Alitalia parte da una situazione in cui perdeva circa un milione al giorno, ad una attuale che è addirittura difficile stimare.
Se Alitalia era un problema prima e nessuno se la voleva comprare, ora siamo oltre.
Ovviamente sono già in giro voci di un rinvio della procedura di vendita e visto che la situazione è eccezionale, questo potrebbe anche venir concesso.
Alla fine dell'emergenza pero' la realtà tornerà a farsi sentire e non sarà cambiato molto.
L'ultima roccaforte che Alitalia sta presidiando è il nazionale, che ha yield tragici, la concorrenza delle low cost e sostanzialmente non svolge nessun ruolo di servizio pubblico, se non sulle rotte in Continuità Territoriale, ma quelle sono assegnate con un bando, al quale possono partecipare anche altri. Quindi ogni motivazione addotta dai divensori piu' strenui per salvare Alitalia, non regge.
In piu', avere una compagnia aerea nazionale perennemente in perdità e in un modo o nell'altro sussidiata dai contribuenti, rende il mercato aereo nazionale molto difficile per chiunque. Non è un caso che le comapagnie aeree italiane siano praticamente tutte fallite (alcune piu' volte) o ridotte a presidiare delle nicchie.
Se si vogliono salvaguardare i posti di lavoro, non bisogna difendere con le unghie e con i denti posti "assistenziali" ma creare sviluppo vero, sano e sostenibile nel lungo termine.