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    La via d'uscita per Alitalia e non solo

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    Messaggio Da FlyIce

    Le vicende di Alitalia, in Amministrazione Straordinaria da anni, e di ITA, che stenta a partire, sono tristi e note, ma non sono gli unici problemi che affliggono le compagnie aeree italiane.

    Il quadro nazionale del trasporto aereo italiano è desolante anche perché prossimo alla desertificazione; dopo la chiusura di AirItaly, le compagnie aeree nazionali si sono ridotte a 5, tra le quali Air Dolomiti, saldamente in mano a Lufthansa, e le due Alitalia commissariate.
    Le altre due sono prevalentemente charter: Neos e Blue Panorama.
    La notizia positiva è che a queste si è da poco aggiunta Ego Airways.

    Si tratta di una lista troppo corta per un paese grande come l'Italia; la Spagna ne conta almeno 3 volte tanto.

    La politica finora si è occupata praticamente solo di Alitalia e questo ha significato anche creare un ambiente ostile ad altre compagnie aeree nazionali che operavano voli di linea; infatti, una dopo l'altra, hanno quasi tutte gettato la spugna. A volte non serviva neanche far niente: era semplicemente impossibile competere con chi si può permettere perdite costanti.
    Questa situazione non è passata inosservata in Europa e l'Antitrust ha accolto con scetticismo le proposte per costituire una nuova Alitalia, l'ennesima, per di più di proprietà dello stato, dopo che nessun investitore privato ha osato avvicinarsi dopo il fallimento di Capitani Coraggiosi, banche ed Etihad.

    Il precedente Governo ha destinato ben 3 miliardi da destinare alla costituzione ed al lancio della nuova Alitalia, ora nota come ITA.
    La formula del Decreto è vaga e non fa riferimento alla sola Alitalia, ma le mosse che si sono viste puntano solo in quella direzione.
    Non ci sono solo i lavoratori di Alitalia da tutelare e rioccupare, ma anche quelli ex Ernest ed ex AirItaly, ai quali si vanno ad aggiungere a quelli di compagnie aeree straniere operanti in Italia, come Norwegian, che ha chiuso i battenti da poco.

    In vista c'è solo una nuova Alitalia con un numero iniziale di aerei davvero ridicolo, si sentono voci a partire da 20, ma anche se fossero 40, sarebbero davvero troppo pochi per giustificare un investimento pluriennale di circa 3 miliardi di Euro.

    La politica assistenzialista, la politica di fare di Alitalia un "ammortizzatore sociale volante" non funziona più.
    3 miliardi di Euro sono una cifra importante ed andrebbe gestita nell'ottica di un ritorno industriale e occupazionale, il più possibile ampio; non si possono "buttare al vento" come gli 1,3 miliardi dati alle amministrazioni straordinarie Alitalia negli ultimi anni.

    3 miliardi di Euro non devono essere dedicati alla nuova Alitalia ma a chiunque voglia investire in Italia e aprire una compagnia aerea!
    Il concetto è che deve decollare nuovamente l'Italia, non solo Alitalia.
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