La Compagnie - il ritorno da Newark

Dopo il viaggio di andata con La Compagnie (qui il relativo racconto), arriva, fin troppo presto, il momento di tornare a Newark per il volo di ritorno.

Il volo sarà in gran parte in notturna, quindi il racconto sarà un po' piu' breve, visto che a bordo sono riuscito a dormire a lungo e bene.

Il check-in è al Terminal B, quello della maggior parte dei voli intenazionali, la struttura è antica ma è stata appena risistemata e appare piacevole e luminosa.
Quando arrivo io i banchi sono illuminati dal sole basso del tramonto.



Ovviamente non c'era coda e mi sbrigo in fretta; questo il resto del piano check-in.


Purtroppo c'è un po' di coda alla sicurezza e sono lenti, ma quella è responsabilità di altri. Subito dopo intravedo l'aereo al finger; i grossi sacchi scaricati sono una costante: li avevo visti anche a MXP. Probabilmente contengono coperte e cuscini usati, che sono piuttosto voluminosi.

Al check-in avevo avuto una notiza che mi aveva strappato un sorriso.

La lounge è la Virgin Atlantic Clubhouse.



Le Clubhouse sono lounge famose per il loro design e questa non delude proprio.





Oltre a quello che vedete c'è un grosso bancone bar.
Lo spazio per sedersi non manca e mangio qualcosa per cena, il programma per il volo è di dormire appena possibile.

La lounge dista pochi passi dall’imbarco e anche stavolta noto quando sia semplice e veloce.
Niente gruppi, niente priorità, niente famiglie con bambini negli annunci.

Il loro 321NEO mi piace proprio ed anche la livrea è elegante.




Stavolta la foto in notturna era attesa.



Gli assistenti di volo si danno sempre un gran daffare e sono bravi a gestire le richieste dei passeggeri. Le risposte sono sempre molto cortese ma a volte vanno oltre, proponendo soluzioni anche non richieste.

Tra gli AV c’è un uomo e devo dire che l’uniforme maschile è davvero elegante: completo con gilet di blue medio con particolari in azzurro chiaro. Non posso dire lo stesso dell’uniforme femminili perché ha un pantaloncino corto che può essere scambiato per una gonna corta ma non ha la stessa eleganza.

Il pushback inizia con un po’ di anticipo e siamo fortunati: non c’è molta attesa per il decollo.
Il rullaggio è breve e mentre siamo in coda decollano quasi solo aerei United, di tutte le taglie, 777 incluso.

L’aeroporto opera ancora con le piste orientate verso sud; questo un po’ mi preoccupa perché, decollando verso nord, un’ottima visuale su Manhattan è praticamente garantita.

Subito dopo il decollo, facciamo una stretta virata verso ovest e dal mio lato si vede benissimo tutto l’aeroporto e oltre le luci del porto.

Ora stiamo dirigendoci verso Nord.

Poco dopo s’intravede Manhattan e lo spettacolo è assoluto.


Nell’ordine sfilano Downtown con la Liberty Tower ben visibile, i tanti grattacieli di Midtown, una striscia luminosissima poco sopra gli stessi grattacieli che corrisponde a Times Square. A questo si contrappone, poco oltre, la macchia oscura di Central Park.
In lontananza provo anche ad inquadrare l’aeroporto di La Guardia.

Lo spettacolo è stato memorabile e subito dopo mi preparo a dormire.
All’altezza di Boston sono già coricato e provo a prendere sonno.

Gli av distribuiscono, a chi vuole, uno snack tipo quello del secondo servizio dell’andata. Su questo volo il pasto principale sarà la colazione.

Il sedile, come quasi tutti quelli di Business moderni, diventa un letto completamente orizzontale, grande abbastanza per dormire sdraiati. Il cuscino ampio e morbido aiuta.

Sdraiato, ad occhi chiusi, e con i tappi per le orecchie, rumori e sensazioni residue sono le stesse che si provano sui wide body. Avevo già attraversato l’Atlantico con dei narrow body e mi ero sempre trovato bene; anche stavolta non c'è alcun problema.

Quando mi sveglio siamo quasi sull’Europa, vicino a Brest.

Poco dopo, lo spettacolo fuori dal finestrino è questo.



Mi sono svegliato proprio poco prima del servizio con la prima colazione.
La scelta del piatto caldo è tra frittata e pancakes; scelgo queste, come piccola estensione della vacanza a New York. Sono accompagnate da una fantastica salsa al cioccolato.



L’IFE, che ho già descritto all’andata, e il panorama fuori dal finestrino mi tengono compagnia fino all’arrivo.

Attraversata la Francia, riconosco la città di Basilea e poi ci dirigiamo a Malpensa da sopra la Svizzera.
Il meteo peggiora e dopo le Alpi non si vede più niente sotto fin quasi all’atterraggio.

Atterriamo sulla 35R e con un breve rullaggio arriviamo allo stesso gate del Satellite C da dove ero partito.

Lo sbarco è di nuovo semplice e veloce.
Prima di andare al controllo passaporti e poi a pranzo da Rosso Pomodoro, mi fermo per un’ultima foto all’aereo.



È stato davvero un viaggio piacevole.