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    USTICA - LA VERA STORIA

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    Ray Cipson


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    Messaggio Da Ray Cipson 30.08.22 22:27

    Salve a tutti, Vista l'importanza del tema ci permettiamo di proporre a questo pubblico competente un testo che chiarisce tutti gli aspetti ancora oscuri del più grande mistero della storia dell'Aviazione
    "USTICA - LA VERA STORIA" e' pubblicato!
    _________________________________________________________________
    "Cari Lettori, Come promesso, la nostra ricerca sulla Verità della Strage di Ustica segna un ulteriore traguardo. Parafrasando il giornalista Purgatori, presentiamo l'"Ultimo Miglio".
    Il nuovo libro "USTICA - LA VERA STORIA", che aggiorna ed integra i risultati del precedente "La Guerra di Ponza" del 2007, e' in distribuzione da oggi.
    Gli eventi principali della Strage di Ustica erano già stati individuati a quel tempo, ma oggi forniamo ad essi ulteriori conferme, insieme a nuovi dati ed attori di questa grande Tragedia.

    Inoltre, una Introduzione Eccezionale del Professor Donato Firrao, "L'Uomo del Caso Mattei", che ci ha onorato presentando in apertura del libro il suo autorevole parere sul Caso Ustica.

    Ringraziando tutti i lettori per la lunga e fiduciosa attesa, assicuriamo loro che non resteranno delusi.
    Buona lettura, attendendo i vostri preziosi commenti e recensioni.

    Gli Autori. Ramon Cipressi e Marco De Montis"

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    https://www.facebook.com/ponzawar/posts/pfbid0J7WLqPSZRmHyeSP1fQdiYs7irLgfw6rwGW9BC4vTXayCMdezT6pbKoZq9mvm8LtLl?__cft__[0]=AZWuC9529Xy0Y8ACCeGRBAEpDZTYRwPqDRRg_2E_mJIOlt0IbhXHCens-q5-DkhXwgbqjyyrmqEO6VqXTjc-he4eENWeElaVspBkIFRTNACZ3baNjxxDZGtKROX-yJth5gdImpyVeTovzH77mwwnkzuu&__tn__=%2CO%2CP-R


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    Messaggio Da Ray Cipson 30.08.22 22:32

    LEGGETE LE PAGINE DI ANTEPRIMA QUI:

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    Messaggio Da Ray Cipson 30.08.22 22:48

    UN'INTRODUZIONE ECCEZIONALE
    Abbiamo avuto qualche tempo di attesa ma ne valeva la pena. Ora il libro presenta un'Introduzione eccezionale del Professor Donato Firrao, "L'Uomo del Caso Mattei", che ci ha onorato presentando in apertura del libro il suo autorevole parere sul Caso Ustica.
    La riportiamo pubblicamente affinchè tutti la possano leggere, perchè la presentazione del Professor Firrao racconta già da sola una pezzo di Storia Italiana.

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    Messaggio Da Ray Cipson 30.08.22 22:51

    INTRODUZIONE a cura del Prof. Ing. DONATO FIRRAO
    già Ordinario di Tecnologia dei Materiali Metallici nel Politecnico di Torino

    “Voi ci mandate all’aria 2 anni di lavoro!”

    Questa fu, verso la metà del 1993, la reazione del Professor Paolo SANTINI,
    Responsabile Tecnico-Scientifico nel Collegio Principale di periti
    dell’istruttoria della Strage di Ustica, quando il Collegio Metallografico-
    Frattografico, da me coordinato, presentò al Collegio Principale, i risultati
    dell’analisi dei reperti derivanti dalla zona della porta dell’unica toilette del
    DC-9, I-TIGI, ritrovati sul fondo del Mar Tirreno alcune settimane prima,
    dentro la quale si ipotizzava da più parti che fosse esplosa una bomba.
    Lo studio della modanatura dello stipite della porta mostrava chiaramente che
    lo scrocco della serratura si era mosso verso l’interno del vano, dato che aveva
    rotto la modanatura nella zona prospiciente l’interno la toilette stessa.
    Una eventuale bomba, posta dentro la toilette avrebbe impresso allo scrocco
    un movimento opposto, con rottura della modanatura verso il corridoio
    dell’aereo, qualora fosse esplosa.

    Ma come mai si era arrivati a ipotizzare che una bomba fosse stata piazzata
    nella toilette del DC-9 ITAVIA scomparso dagli schermi radar negli ultimi
    bagliori del crepuscolo del 27 giugno 1980 sulla rotta Bologna - Palermo, a
    metà strada fra Ponza e Ustica?
    Per una curiosa coincidenza, verso le 21,30 dello stesso giorno mi trovavo a
    Roma-Fiumicino su un aereo Alitalia pronto a decollare per Torino, in ritardo
    sull’orario previsto. Improvvisamente, tutti i passeggeri furono fatti scendere
    e l’aereo, stranamente, decollò e scomparve alla nostra vista senza alcuna
    spiegazione. Solo con i primi notiziari del mattino del 28 giugno, mi resi conto
    che il velivolo nel quale ero seduto, essendo già pronto per il decollo, era
    probabilmente stato inviato per fare ricerche sulla stessa rotta del DC-9.
    Per parecchi anni la mia strada e quella del velivolo I-TIGI rimasero
    assolutamente divergenti, finché le divergenze divennero parallele (Aldo Moro
    docet) e poi si intersecarono anche a causa dell’ipotesi bomba che, come si
    vedrà in seguito, si era fatta strada come possibile spiegazione della caduta del
    DC-9.

    Riassumendo la sequenza cronologica dell’ultima Istruttoria del Procedimento
    Penale sulla cosiddetta Strage di Ustica, nel 1990 il Giudice Rosario Priore era
    stato incaricato di riprendere in mano l’Istruttoria, nei primi anni curata dal
    Giudice Bucarelli che aveva inizialmente affidato le indagini tecniche ad un
    Collegio guidato dal Professor Massimo Blasi.
    Nel frattempo, dal 1987, si era cominciato a far rastrellare il fondo del Tirreno
    dall’Azienda Ifremer, fino ad una profondità di circa 3.800 metri, per
    recuperare i frammenti dell’aereo, giacenti lì dal 1980.
    L’istruttoria del giudice Bucarelli e l’attività della Commissione Blasi
    (conclusa nel marzo 1989) si era basata principalmente sui pochi frammenti
    trovati galleggianti nella zona della caduta a cominciare dalle prime ore del 28
    giugno 1980 e sulle autopsie svolte a Palermo su alcuni dei corpi che vennero
    a galla in quei giorni.

    Priore, già distintosi per avere condotto alcuni processi di rilevanza nazionale
    (ad esempio il Moro-ter), riprendendo un’iniziativa di Bucarelli, definì, subito
    dopo la sua nomina, la composizione finale di un Collegio Internazionale di
    esperti nei settori radaristico, della meccanica del volo e delle costruzioni
    aeronautiche (comprendente anche 2 svedesi, dato che la Svezia era fuori della
    Nato) per decifrare e catalogare le migliaia di informazioni che emergevano
    dai fondali profondi del Tirreno (solo i reperti recuperati furono circa 1500).
    Tale Collegio venne in seguito denominato “Collegio Misiti” dal nome del
    Responsabile globale che lo aveva selezionato, Aurelio Misiti, allora Preside
    della Facoltà di Ingegneria dell’Università “La Sapienza” di Roma. A tale
    Collegio, detto anche Principale o Tecnico scientifico (in seguito CTS), fu
    attribuito il compito di pervenire ad una possibile spiegazione della caduta
    dell’aeromobile.
    Successivamente, per compiti specifici furono nominati: un CT esperto di
    Medicina Legale, un Collegio Metallografico-Frattografico (CMF),
    coordinato dal sottoscritto, allora Presidente del Gruppo Italiano Frattura, un
    Collegio Balistico-Esplosivistico (CBE) e un Collegio Chimico (CCH).
    L’ipotesi di una bomba a bordo dell’aereo era una delle due ipotesi discusse
    nella Relazione conclusiva della già citata Commissione Blasi, sulla base dei
    pochi elementi fino ad allora disponibili. Aveva raccolto due voti su cinque a
    favore, mentre una scarsa maggioranza di tre aveva preferito l’ipotesi di un
    missile che fosse esploso nelle vicinanze della parte anteriore destra della
    fusoliera. La stessa ipotesi di una bomba a bordo era tornata sulla cresta
    dell’onda fin dai primi atti del CTS, Collegio Tecnico-Scientifico, sotto
    l’impulso dell’inglese Frank Taylor, che aveva studiato i reperti del Boeing
    747 (volo Pan Am 103), caduto in Scozia nei pressi del villaggio di Lockerbie,
    identificando in quel caso la presenza a bordo di una bomba.
    L’intero insieme dei Collegi andò a visitare la ricostruzione del Boeing in
    Inghilterra. Alcuni esperti inglesi furono convocati da Taylor, come ausiliari
    del CTS, subito dopo il recupero dal fondo del mare dei primi reperti del DC-
    9; all’esame visivo di alcune lamiere esterne appena posizionate su una falsa
    fusoliera, gli esperti si espressero nel riconoscere nelle bombature presenti
    l’effetto di una sovrappressione interna all’aereo, causata dell’esplosione di
    una bomba.
    Solo all’osservazione che tali bombature potevano anche essere state causate
    dall’effetto sui pannelli, vincolati da rivetti ai correnti e alle ordinate, di una
    torsione applicata alla fusoliera, gli stessi si mostravano più possibilistici.
    Il posto per il posizionamento della bomba era stato ovviamente ipotizzato
    all’interno delle cappelliere che correvano lungo tutto la lunghezza della
    cabina passeggeri.
    Però, se la bomba fosse esplosa nelle cappelliere, i suoi frammenti si sarebbero
    distribuiti all’interno della stessa cabina ed avrebbero interessato anche il
    tappeto che ne ricopriva il pavimento a nido d’ape.
    Quando dal fondo del Tirreno fu recuperato il tappeto della cabina,
    praticamente integro e privo di bruciature, l’unico posto compatibile con
    l’integrità del tappeto fu individuato nell’unica toeletta del DC-9.
    (continua)


    Ultima modifica di Ray Cipson il 30.08.22 23:01 - modificato 1 volta.
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    Messaggio Da Ray Cipson 30.08.22 22:54

    (segue 2/3)
    Di conseguenza, quando fu recuperato il lavello in acciaio inossidabile che si
    presentava tutto deformato, con la coppa mancante, si gridò subito alle
    conseguenze di una bomba posizionata nel mobiletto sotto il lavello.
    Dato che l’esplosione di una bomba a distanza così piccola dal bersaglio
    provoca particolari fenomeni di modificazione microstrutturale dell’acciaio
    (microgeminati meccanici nei cristalli), oltre a variazioni di forma dei bordi
    (bordi esterni ripiegati all’interno a causa dello scorrimento sulla superficie
    esterna di gas molto caldi) e a incipiente fusione dei bordi di grano sulla
    superficie esterna e a possibili fenomeni di ricristallizzazione, il reperto fu
    subito affidato al CMF, il Collegio Metallografico-Frattografico, per le
    opportune osservazioni.
    Era il 1° dicembre 1992, il Professor Roberti ed il sottoscritto, accompagnati
    dai consulenti di parte imputata, si ritrovarono nel laboratorio metallografico
    del Dipartimento di Meccanica dell’Università di Brescia.
    Dopo un’accurata analisi della situazione di deformazione dei bordi vincolati
    del lavello, apparve subito chiaro e riportato a verbale che l’azione meccanica
    che aveva agito sul lavello era stata diretta dall’alto verso il basso e non
    viceversa. Furono inoltre individuati i punti da dove prelevare i campioni da
    sottoporre ad analisi metallografica della struttura cristallina interna mediante
    metallografia ottica (OM) e a osservazione mediante microscopia elettronica
    a scansione (SEM) per controllare l’eventuale incipiente fusione dei bordi di
    grano.
    Le analisi non segnalarono la presenza di alcuno dei segni caratteristici dovuti
    all’esplosione di una bomba.
    Il lavello era quindi stato probabilmente deformato a seguito di una forza
    applicata dal tubo di scarico.
    In conseguenza di queste analisi fu poi organizzata una serie di prove di
    simulazione dal vero nel Balipedio Cottrau di La Spezia su lavelli con cariche
    di esplosivo posizionate in un armadietto in alto a sinistra rispetto al lavello,
    oppure sotto il lavello, con e senza ripiano intermedio in plastica fra carica e
    lavello.
    Tale era l’importanza attribuita a tali prove di simulazione organizzate ed
    eseguite sotto il controllo del CBE, il Collegio Balistico-Esplosivistico che
    anche il giudice Priore e componenti di tutti gli altri i Collegi, nonché
    consulenti tecnici di parte imputata, parteciparono come osservatori.
    A seguito delle prove sui lavelli singoli, fu appurato che vi era una parziale
    similitudine delle deformazioni solo nel caso della carica posizionata in
    posizione elevata rispetto al lavandino. In questo caso comparivano però i
    segni microstrutturali caratteristici degli effetti di una esplosione,
    completamente assenti nel caso del lavello recuperato in fondo al Tirreno.
    Si passò poi ad una prova di simulazione full-scale nel Balipedio di Ghedi
    (BS), con la carica posizionata all’interno di un simulacro di toeletta, collegata
    a un cilindro, che rappresentava l’involucro del motore destro, che nel DC-9 è
    adiacente alla toeletta destra. La carica era stata posizionata in alto a sinistra
    rispetto al lavello, in un armadietto accanto ad esso.
    I danni alla toeletta furono molto maggiori di quelli riscontrati sulle paratie
    collegate alle ordinate 786 e 817 del DC-9. Le pareti laterali del simulacro di
    toeletta furono squarciate e lanciate a decine di metri di distanza. Inoltre, nelle
    vicinanze della carica, apparvero le impronte puntiformi tipiche di una lamiera
    esposta a esplosione di una carica posta all’interno di un involucro.
    Tali impronte erano molto simili a quelle riscontrate sul Boeing della Pan Am
    caduto a Lockerbie.
    Tutte le analisi e le prove di simulazione fino a quel tempo effettuate avevano
    dunque dato risultati contrari all’ipotesi dell’esistenza a bordo dell’aereo
    dell’Itavia di una bomba e segnatamente di una bomba localizzata nella
    toeletta.
    La prova finale della non esistenza di una bomba nella toeletta fu fornita dalle
    analisi dei resti della modanatura dello stipite laterale sinistro (visto dal
    corridoio) della porta di ingresso della toeletta, che, dopo il recupero, fu
    affidata prima al CBE e poi al CMF.
    Il reperto fu portato nell’Ufficio del sottoscritto nell’allora Dipartimento di
    Scienza dei Materiali e Ingegneria Chimica del Politecnico di Torino.
    In una sessione di analisi con il Prof. Roberti, fu determinato che la rottura
    prima descritta della modanatura indicava chiaramente l’apertura della porta
    verso l’interno della toeletta.
    Rimaneva da risolvere il mistero rappresentato da due reperti, denominati 6-
    4M e 52-1M, che erano state analizzate dal Defence Research Agency (DRA,
    già Rarde) di Fort Halstead - Sevenoaks (Gran Bretagna) nel 1988. Secondo la
    relazione del DRA-Rarde, una scheggia del reperto 6-4M, denominata 6-
    4M(ii,) fu inglobata in resina nera, come anche la 52-1M; dopo lucidatura per
    l’osservazione metallografica, il rapporto del Rarde indicava che vi erano, su
    entrambe le schegge inglobate, chiari segni di esposizione ad esplosione.
    A cura del CMF le schegge ancora inglobate nella resina nera furono
    rilucidate, senza che alla successiva osservazione metallografica apparisse
    alcun segno di esposizione a esplosione. Anche la scheggia 6-4M, dal Rarde
    denominata 6-4M(i), osservata mediante la microscopia elettronica a scansione
    (SEM), non aveva permesso di rilevare che ci fossero punti del bordo che
    mostrassero l’asportazione di frammenti delle dimensioni della scheggia 6-
    4M(ii). A seguito del rilevamento della mancanza di segni di esplosione, che
    contraddiceva le conclusioni del Rarde, fu organizzata un’ispezione al DRA,
    effettuata dal Prof. Casarosa del CTS e dal sottoscritto.
    Fu appurato che la pagina del giornale di bordo del laboratorio del Rarde,
    relativa alle schegge 6-4M e 52-1M, era stata strappata e sostituita. Andando a
    recuperare le fotografie delle buste traslucide spedite da Roma in Inghilterra,
    si appurò definitivamente che la scheggia 6-4M(ii) non era mai partita
    dall’Italia; solo la scheggia 6-4M era stata spedita al Rarde.
    Malgrado non fossero emerse dalle molteplici osservazioni e analisi prove
    dell’esistenza di una bomba a bordo, il 23 luglio 1994 fu consegnata al giudice
    Priore la Relazione del CTS, nella quale dieci componenti si schierarono per
    l’ipotesi bomba all’interno della toilette, mentre due, i Proff. Casarosa ed Held,
    sostennero l’ipotesi della quasi-collisione con un altro aereo che, passando
    molto vicino all’ala sinistra, aveva invertito il campo di portanza agente su di
    essa causando la rottura della punta dell’ala.
    (continua)...
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    Ray Cipson


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    Messaggio Da Ray Cipson 30.08.22 22:56

    (segue 3/3)
    La relazione del CTS fu profondamente criticata dai Pubblici Ministeri della
    Procura del Tribunale di Roma Vincenzo Roselli e Giovanni Salvi (Michele
    Coiro, Procuratore Capo), che trovarono numerose contraddizioni nello
    sviluppo della Perizia e, fra l’altro, invitarono a riprendere in esame un'ipotesi
    abbandonata, e cioè quella della possibile collisione in volo con un altro aereo.
    Sono quindi ancora presenti nel dibattito sulla ricerca delle cause della caduta
    del DC-9, I-TIGI, le seguenti ipotesi:
    L’ipotesi avanzata dai Proff. Casarosa ed Held di quasi-collisione dell’aereo
    dell’Itavia con un altro aereo, con il conseguente distacco della punta dell’ala
    sinistra del DC-9, peraltro fortemente attaccata dal Prof. Försching nel corso
    dei dibattiti all’interno del CTS;
    L’ipotesi sostenuta del Collegio dei Consulenti delle Famiglie delle vittime,
    che vede il distacco dell’ala destra per collasso dell’attacco alla fusoliera
    causato dalla somma della sovrappressione generata dall’esplosione della
    testata di un missile, avvenuta a prua e a destra del DC-9, con la compressione
    dell’aria generata dal DC-9 nel suo volo in quota;
    L’ipotesi della collisione con un altro aereo viene esaminata in questo libro
    di Ramon Cipressi e Marco De Montis.
    I due autori, esperti di aeronautica, riprendono la situazione disegnata dai
    danni all’aereo, visibili nella ricostruzione dello stesso nel Museo della
    Memoria di Bologna, per proporre una nuova teoria, a partire ancora una volta
    dai reperti recuperati in fondo al Tirreno.
    Prof. Ing. Donato FIRRAO
    già Ordinario di Tecnologia dei Materiali Metallici nel Politecnico di Torino
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    Ray Cipson


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    Messaggio Da Ray Cipson 30.08.22 22:59

    “L’UOMO DEL CASO MATTEI”
    Nota degli autori su Donato Firrao

    Il Prof. Ing. Donato Firrao, oltre ad essere stato Professore Ordinario di
    Tecnologia dei Materiali Metallici, Preside della Facoltà di Ingegneria del
    Politecnico di Torino nonché Socio corrispondente dell’Accademia delle
    Scienze di Torino, è l’uomo che nel 2002 risolse il “Caso Mattei”, dopo 40
    anni di menzogne di Stato secondo le quali il Presidente dell’ENI precipitò a
    Bascapè, il 27 Ottobre 1962, per un incidente aereo.

    Il Professor Firrao dimostrò, invece, che dietro il pannello strumenti del
    Morane Saulnier dell’Ingegner Enrico Mattei, pilotato dal Comandante Irnerio
    Bertuzzi, furono collocati circa 100 grammi di Compound B, definito
    comunemente Tritolo, che esplosero quando venne azionata la leva del
    carrello, in prossimità dell’atterraggio. Per 40 anni, la caduta di quell’aereo è
    stata definita, dalle inchieste ufficiali, un “errore del pilota”.

    Oggi, invece, esiste la certezza che, così come aveva fatto tante volte contro le
    navi inglesi con il suo silurante, il valoroso Comandante Pilota Irnerio
    Bertuzzi, non fallì la sua ultima missione, ma fu vigliaccamente ucciso insieme
    all’Ingegner Mattei.

    Il Professor Firrao, durante l’ultima inchiesta Mattei, riaperta nel 1994 dal
    Sostituto Procuratore di Pavia Vincenzo Calia, ebbe a disposizione solo pochi
    elementi, giusto l'anello del Presidente dell’Eni, nonché uno strumento
    dell’avionica del Morane Saulnier, eppure risolse brillantemente il caso,
    nonostante fossero passati 40 anni ed un’infinità di menzogne.
    Pertanto, il Professor Firrao, esperto specialista di metallo-frattografia, è la
    persona più qualificata in Italia per trovare le tracce di ordigni esplosi.

    Ebbene, nel caso dell’Itavia, dove si aveva a disposizione oltre il 70% dei componenti
    della struttura del DC-9, la sua analisi accurata, non rilevò la benché minima
    traccia di esplosione interna e, conseguentemente, nemmeno esterna.
    In particolare, su nessuno delle centinaia di rottami dell’I-TIGI si trovò traccia
    di rolled edges, pitting, partial melting e gas-washing, gli inequivocabili ed
    indelebili marcatori dei metalli esposti al calore ed alle schegge provenienti da
    un’esplosione.

    La Perizia Metallo-Frattografica Firrao, eseguita durante l’inchiesta su Ustica del Giudice Rosario Priore,
    è naturalmente agli atti e quindi a disposizione dei cittadini italiani (www.stragi80.it).

    Da parte nostra, porgiamo al Professor Firrao, oltre alle manifestazioni della
    nostra infinita stima, i più sentiti ringraziamenti per la sua autorevole
    Introduzione, che pone lapidariamente la parola fine sulla “Teoria della
    Bomba”, ancora oggi spacciata ai media, senza alcuna vergogna, da individui
    privi di qualunque pietas per le Vittime di questa interminabile Tragedia.

    Gli Autori
    FlyIce
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    Messaggio Da FlyIce 31.08.22 12:12

    Apprezziamo l'annuncio qui su Malpensa Insider del nuovo libro su Ustica: "USTICA - LA VERA STORIA".
    Mi fa anche piacere leggere l'introduzione, scritta dal Prof. Firrao, che è stato uno dei periti che si sono occupati della vicenda.

    Conosco personalmente i due autori e avevo già letto il loro precedente lavoro "La guerra di Ponza", di cui questo costituisce (non vorrei sminuire) una versione ampliata e rivista.

    Insieme allo stesso Ray Cipson avevamo avuto qui sul forum una lunga e apporfondita discussione che era iniziata due anni fa, in occasione del 40o anniversario della strage, l'altro autore era stato ospite di una trasmissione Rai nella quale era anche emerso l'audio ripulito dell'ultima registrazione in cabina: il "Guarda, cos'e?"

    Trrovate tutto qui: https://www.malpensainsiders.com/t384-a-40-anni-da-ustica-che-certezze-abbiamo

    Secondo me il lavoro degli autori è stato encomiabile nel connettere tutti i punti che sono presenti nelle molte carte dell'inchiesta e renderle chiare e fruibili ad un pubblico vasto.
    Personalmente non posso che consigliare questo libro perchè riporta uno scenario che resiste a tutti i tutti i dubbi e domande che genera.

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    Ray Cipson


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    Messaggio Da Ray Cipson 01.09.22 10:36

    Grazie per l'ospitalità e per i giudizi lusinghieri.
    Restiamo a completa disposizione in caso i lettori abbiano domande sull'argomento.


    USTICA - LA VERA STORIA Libro_14
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    Messaggio Da I-TIGI 16.09.22 22:04

    Acquistato il libro e già da quanto qui pubblicato si evince il notevole compito di ricerca e spiegazione dei fatti che se per il grande pubblico è sempre rimasto un (voluto) mistero per anni per chi vi ha avuto a che fare, direttamente o indirettamente, no.

    Coincidenza ma proprio in questi giorni sta riaffiorando un’altra verità su un altro dei misteri italiani dove depistaggi e menzogne non sono state poche sin dalla stessa notte (con già alcuni giorni dopo colpe tutte all equipaggio della nave con dichiarazioni di finte nebbie o tutti a vedere una partita senza alcun riscontro, simile a quelli che per il DC 9 affermavano caduto per una bomba o perché nelle stive si era portato pesce…)
    ———-

    Moby Prince, collisione perché in mare c'era una terza nave
    La relazione della commissione di inchiesta: 'La petroliera era in una zona vietata all'ancoraggio'

    https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2022/09/15/moby-prince-collisione-perche-in-mare-cera-una-terza-nave-_8d4ebed8-1248-4072-a3ab-10a7cd973667.html
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    Messaggio Da FlyIce 05.09.23 15:53

    Abbiamo ricevuto questa domanda da un lettore che non è iscritto: "gli aerei statunitensi presenti nel Tirreno quella sera erano quindi attivi per rendere sicuro il trasferimento degli F111 in Egitto e Gheddafi voleva rompere le uova nel paniere con il Mig. Oppure il Mig era di ritorno dalla Jugoslavia e si è trovato scoperto ?"

    Abbozzo la mia risposta sulla base di quanto ho letto nel libro presentato qui, che è quello che presenta lo scenario piu' credibile.
    Il MiG era di ritorno dalla Jugoslavia, disarmato, secondo una rotta "usuale" e facendosi schermo del terreno prima e del traffico civile poi.
    Quella sera i caccia NATO ed USAF, in particolare, erano in stato di allerta.
    La ricostruzione indica che Nutarelli e Naldini furono istruiti da un AWACS (USAF) di "andare a dare un'occhiata" perchè era stato indentificato un intruso (il Mig) detto "Zombie" in termini militari.
    La manovra prima del loro atterraggio conferma la natura ostile del MiG.
    Probabilmente il MiG si è accorto di esser stato individuato solo sopra Ustica e non è stato abbattuto per errori grossolani dei piloti americani.
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    Messaggio Da Ray Cipson 01.10.23 20:11

    IL RIASSUNTO DI FLYICE E' CORRETTO.

    Il Mig del Capitano Khalil stava eseguendo il solito "ferry" come aveva fatto altre volte.
    Ma quella sera la sua solita rotta, coincideva con il trasferimento di una serie di velivoli USA diretti in Egitto, protetti ovviamente da un AWACS e opportune scorte. Quando la rotte dell'Ambra 1 si incrociarono con l'Ambra 13 si creò lo stto di crisi.
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    Messaggio Da FlyIce 20.12.23 9:55

    Vi segnalo che ci sarà un prasentazione del libro venersi' prossimo a Laigueglia (SV).

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