questi articolo contengono un'ipotesi di risposta alle vostre domande, con cui io sono d'accordo:
https://www.editorialedomani.it/politica/italia/meloni-g20-india-gentiloni-ucraina-cina-h2wlfspn-------------------------------------------------------------
In conferenza stampa al G20 in India, la premier è tornata sul tema della trattativa tra Lufthansa e Ita e ha chiesto risposte a Gentiloni. Sull’uscita dall’accordo commerciale con la Cina ha fatto capire che prevarrà il pragmatismo
Il bersaglio del governo e ora soprattutto di Giorgia Meloni è diventato l’ex premier Paolo Gentiloni, oggi commissario europeo per gli Affari economici. L’accusa è quella già lanciata da Matteo Salvini nei giorni scorsi: Gentiloni non difenderebbe a sufficienza gli interessi italiani in Ue, anche se i commissari una volta assunto l’incarico sono tenuti a spogliarsi dei singoli interessi nazionali.
Invece, l’attacco frontale è stato ripetuto per la seconda volta anche dalla presidente del Consiglio, durante la conferenza stampa al termine del G20 di Nuova Delhi, dove l’Italia ha di fatto comunicato alla Cina l’addio all’accordo commerciale denominato “via della seta”.
«È curioso che la Commissione Ue blocchi la soluzione al problema Ita, dopo che per anni ci ha chiesto di trovare una soluzione al problema e non lo abbiamo fatto», ha detto Meloni riferendosi alla questione della compagnia aerea italiana, una quota della quale sarà venduta alla tedesca Lufthansa, ma per concludere serve il parere positivo dell’Ue. «Non stiamo più capendo e su questo vorremmo una risposta. Su questo è stato interessato anche il commissario Gentiloni».
Il caso Ita-Lufthansa
In questo modo Meloni ha certificato la volontà di aprire un fronte di polemica con l’Unione europea, di cui contesta l’apparente temporeggiare nel chiudere il caso Ita-Lufthansa.
L’accordo era stato raggiunto il 25 maggio scorso dal ministero dell’Economia, con la previsione di cedere alla compagnia aerea tedesca il 41 per cento di Ita Airways attraverso un aumento di capitale di 325 milioni di euro, con l’opzione di acquisire tutte le azioni rimanenti in un secondo momento.
Per concludere l'operazione, però, serve il placet della Commissione europea per verificare che non avvengano concentrazioni di mercato e che, secondo il governo, starebbe tardando ad arrivare. Un placet che, però, in ogni caso non dipende da Gentiloni ma fa riferimento per materia all’ufficio della commissaria alla Concorrenza, la danese Margrethe Vestager, che però pochi giorni fa si è messa in congedo perchè il governo di Copenhagen l’ha proposta come candidata alla presidenza della Banca europea per gli investimenti.
Gli attacchi di Meloni su questo fronte non sono rimasti inascoltati a Bruxelles. Se manca una reazione ufficiale sia della Commissione che dello stesso Gentiloni, sono però filtrate notizie. Innanzitutto viene fatto sapere che la Commissione «rimane in stretto contatto con le parti per discutere la transazione prima della sua notifica ufficiale» e questi contatti «fanno parte del processo standard per la valutazione di un'operazione complessa» come è la fusione tra Ita e Lufthansa. Un portavoce dell’esecutivo europeo ha inoltre fatto notare che la Commissione «non ha ancora ricevuto alcuna notifica» sull'accordo e «spetta alle parti notificare» l'operazione.
Inoltre, viene fatto notare, della questione Gentiloni non è interessato perchè il suo ruolo è quello di occuparsi di questioni prettamente economiche. Il portafoglio della concorrenza, invece, è stato affidato dalla presidente Ursula von del Leyen al commissario alla Giustizia, il belga Didier Reynders.
Il fronte con l’Ue
Al netto della questione in sè, i ripetuti attacchi nei confronti di Gentiloni portati avanti nell’ultima settimana dal duo Salvini-Meloni hanno alzato la tensione con l’Unione europea.
Con i rischi che ne conseguono, soprattutto di inasprimento dei rapporti istituzionali. Gentiloni, pur trovandosi anche lui a Nuova Delhi, ha scelto il silenzio e di non entrare nella polemica. Tuttavia le precisazioni arrivate da Bruxelles hanno due volte smentito le ricostruzioni di Meloni e Salvini sul caso Ita-Lufthansa, sia sullo stato tecnico della pratica che sulla competenza a seguirla. Un segnale non positivo, subito intravisto dal ministero dell’Economia di Giancarlo Giorgetti, che si è ritagliato il ruolo di poliziotto buono. Fonti interne di via XX Settembre, infatti, hanno fatto sapere che «la notifica dell’accordo viene accettata, da prassi, solo al termine di un’istruttoria che la la stessa commissione sta portando avanti molto minuziosamente», quindi che siamo ancora in una fase di “pre-notifica” dell’accordo e che il ministero «si è già attivato per ottenere un incontro in tempi brevi con il commissario supplente Reynders».
Come riportato da più fonti bipartisan, gli attacchi a Gentiloni poserebbero su antiche ruggini: diffidenza pregiudiziale nei confronti dell’ex premier secondo le opposizioni, poca collaborazione secondo la maggioranza.
Questa volta, però, Meloni rischia di aver davvero fatto un passo falso. In questo modo ha puntato un possibile capro espiatorio nel caso di esiti poco graditi nei negoziati Ue sul patto di stabilità, la manovra di bilancio e il Pnrr (queste sì di competenza di Gentiloni). Tuttavia, il vero danno comincia con la sgrammaticatua istituzionale non solo nel richiamare in modo errato le procedure, ma sprattutto nel recriminare mancati sguardi di favore per il proprio paese da parte di un commissario. Anche questa è una conseguenza di rincorrere a destra Salvini a livelli polemici in cui Meloni, ora che siede a palazzo Chigi, non può più permettersi di scendere.
https://www.ilsussidiario.net/news/ita-mef-lufthansa-cosa-dice-il-contratto-gli-ex-alitalia-non-fanno-paura-tedeschi-pronti-a-entrare/2588085/-------------------------------------------------
Per chi non avesse ben compreso cosa si cela dietro la partita delle cause degli ex dipendenti Alitalia che hanno presentato i circa 1.500 ricorsi ai vari tribunali del lavoro di Milano, Varese, Busto Arsizio, Roma e Civitavecchia, ecco che oggi vi sveliamo in anteprima e in esclusiva cosa veramente prevede il contratto siglato tra il Mef e Lufthansa.
Innanzitutto, va precisato che le cause degli ex dipendenti Alitalia non spaventano per nulla Lufthansa. Secondo alcune indiscrezioni, queste cause i tedeschi le vorrebbero gestire diversamente da come sono state gestite fino ad oggi da ITA. Non è una presa di posizione verso i legali della compagnia di bandiera italiana, ma una visione diametralmente diversa di come approcciare il problema. Stranamente ITA invece ha scelto la strada più rigida, che però fino ad oggi le ha dato ragione in quanto su 36 sentenze prodotte dai giudici due sono contrarie alla compagnia. Anche a Milano infatti il giudice de Lavoro Riccardo Atanasio, in data 8 settembre, ha letto in aula il dispositivo che conferma la continuità aziendale per un altro dipendente della ex compagnia di bandiera Alitalia. Questa è la seconda sentenza favorevole agli ex AZ che verte sulla continuità aziendale in base al contratto di cessione tra Alitalia e ITA; della serie, di mele marce per guastare il cesto ne basta solo una, le altre vengono a ruota.
Più di qualcuno negli ambienti aeronautici si sarebbe lamentato del fatto che i tedeschi non abbiano mai preso parola o posizione su nessuno dei temi caldi che hanno caratterizzato ITA negli ultimi due anni, compresa la questione degli ex dipendenti AZ. Lufthansa al momento non può entrare nelle questioni interne di ITA: sa bene infatti che ogni tipo di attività verrebbe sottoposta a indagine della Commissione europea e potrebbe essere interpretata come una sorta di gestione occulta ancor prima di aver ottenuto il via libera alla privatizzazione. Anche se nella questione che riguarda il personale dipendente di ITA, Lufthansa potrebbe avere una sua ricetta più che appropriata. Chi si è comportato bene fino a oggi ed ha macinato risultati soddisfacenti per la compagnia molto probabilmente potrà restare. Ma quasi certamente coloro che si sono contraddistinti per comportamenti poco edificanti saranno costretti a lasciare spazio a persone con una capacità decisionale e relazionale decisamente più adeguata nel segno della discontinuità.
E non si comprende come mai ITA fino ad oggi non abbia ragionato su questo elemento così critico. Infatti Lufthansa a nostro avviso potrebbe anche ritenere che la rimozione di certi elementi, con la conseguente introduzione in azienda di un clima più sereno, non solo darebbe maggior vigore alla compagnia ma risolleverebbe anche di molto il morale, che al momento non sembra essere così splendente. Quindi non solo Lufthansa, diversamente da alcune ricostruzioni giornalistiche, non vede l’ora di entrare in ITA, ma vorrebbe velocizzare il percorso di privatizzazione in quanto sa perfettamente che c’è tanto da lavorare e bisogna fare presto, dato che c’è da organizzare una stagione estiva per il 2024 con tutti gli annessi e connessi.
Lufthansa non ha mai dichiarato in nessuna nota ufficiale o ufficiosa che se le cause degli ex dipendenti di Alitalia dovessero vedere ITA soccombente abbandonerà il campo. Nel contratto di privatizzazione siglato tra il Mef e Lufthansa, infatti, si parlerebbe di cause o contenziosi in modo generico e non specifico; quindi, ad esempio, rientrerebbe in questa casistica anche la causa pendente con l’ex presidente Alfredo Altavilla. Non solo. Chiunque abbia un minimo di nozioni di economia e di legge sa perfettamente che un contratto del genere avrà sicuramente delle penali in caso di abbandono della partita da parte di uno dei giocatori. Quindi come potrebbe Lufthansa abbandonare il campo ancora prima di essere entrata sul terreno di gioco? Le fantasie giornalistiche di un allontanamento di Lufthansa da ITA perché impaurita dalle cause degli ex dipendenti AZ che in questi ultimi giorni si sono sprecate sulle pagine dei giornali, infatti, oltre ad essere veramente fantasiose, sono state alimentate solo dal fatto che la lettera alla DG Comp, cioè la notifica alla Ue dell’operazione ITA/Lufthansa, non è stata ancora inviata.
Chiunque abbia un minimo di esperienza nei rapporti con la Ue, sa che dal punto di vista procedurale inizialmente c’è l’invio di una comunicazione (una sorta di pre-notifica) che avvisa l’Unione Europea che è stato firmato un accordo tra due soggetti che devono notificare alla Commissione una operazione soggetta a valutazione. La Ue a questo punto crea e nomina i componenti di una commissione di valutazione e avvia le procedure di controllo. E da questo momento si aprono due possibili strade che si possono percorrere. La prima prevede che i soggetti interessati notifichino immediatamente alla commissione l’operazione così come sta e giace, lasciando alla commissione il compito di segnalare le eventuali anomalie. In questo caso per poter arrivare a ottenere il nulla osta ci vorrebbero molti mesi se non addirittura un anno.
Mentre un’altra strada, sicuramente più proficua e meno insidiosa, è che si possano avviare con la commissione dei colloqui informali nei quali cercare di capire la visione che ha la commissione su tutta l’operazione. E che poi ne prenda atto nel documento ufficiale di notifica, applicando i dovuti elementi correttivi. Questo ovviamente accorcia di moltissimo i tempi di attesa e di risposta.
Ciò che invece nessuno vuole raccontare (e francamente non se ne capisce bene il motivo) è che c’è ancora qualcuno nelle retrovie che sta gufando per far fallire l’operazione con i tedeschi utilizzando anche organi di stampa per mandare messaggi controversi. E non a caso la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza stampa del G20 in India in risposta a un giornalista che le chiedeva lumi sull’operazione di privatizzazione di ITA ha voluto mandare un messaggio forte e chiaro al commissario europeo Paolo Gentiloni. La Meloni ha dichiarato: “Sta accadendo qualcosa di obiettivamente curioso, la stessa Commissione europea che per anni ci ha chiesto di trovare una soluzione al problema ITA, quando troviamo una soluzione al problema ITA la blocca. Quindi noi non stiamo più capendo e vorremmo una risposta. E su questo è stato interessato il Commissario Gentiloni”.
Si può però ipotizzare quindi che le richieste della Commissione con molta probabilità sarebbero state troppo onerose per ITA, ad esempio rilasciare un numero di slot su Milano Linate molto importante (si parla di una richiesta di taglio del 40-45% dell’attuale portafoglio di slot) e tale da stravolgere il piano industriale dei tedeschi, e quindi ecco il motivo di ritardare la lettera di notifica alla Ue. Ma potrebbe essere solo uno dei tanti problemi riscontrati da Lufthansa nelle negoziazioni con la Commissione, e proprio da qui probabilmente avrebbero preso spunto le dichiarazioni al G20 della Meloni, evidentemente infastidita dall’atteggiamento della Commissione stessa.
Lufthansa inoltre non sarebbe affatto preoccupata delle soccombenze di ITA sugli aspetti legali delle cause con gli ex AZ; tutt’al più, sembra essere molto più interessata a capire quali potrebbero essere i profili professionali che si potrebbero inserire nell’organizzazione e che erano appartenenti al ramo di azienda che ITA ha acquisito da Alitalia, piuttosto che dover proseguire in una guerra che risulterebbe un vero dispendio di forze e di energie che andrebbero invece investite verso altre questioni.
Tradotto, sembra alquanto logico che se Alitalia ha passato una “porzione” di ramo di azienda aviation a ITA, come anche riportato dalla stessa Unione Europea che di fatto lo afferma in alcuni documenti ufficiali (e non potrebbe essere diversamente), ciò che sarebbe intelligente fare, sarebbe di creare un perimetro di protezione legale tirando una linea di confine tra presente e passato affinché a qualcuno non venga in mente in futuro di chiedere a ITA eventuali debiti riferibili ad Alitalia o che possa andare alla Corte di giustizia europea cercando di affibbiare a ITA i prestiti di Alitalia ritenuti illegittimi. Per intenderci: cara ITA, ti sei presa 52 aerei? Qual è il personale per quei 52 aerei che andava assunto in continuità? 1.000, 1.500, 2.000? Bene, questi ITA li assume immediatamente o attraverso un programma di inserimento definito in base alla crescita della flotta. Nelle more del passaggio di testimone andrà anche impostato e gestito lo switch dall’attuale alleanza con Sky Team verso quella con Star Alliance e questo sarà un elemento fondamentale per far partire la stagione estiva del 2024 con tutti i migliori presupposti.
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alla fine, gira che ti rigira, siamo sempre li', la difesa strenua di ogni slot di linate