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ItaliaOggi - Numero 190 pag. 1 del 12/08/2023
ORSI&TORI
di Paolo Panerai
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A proposito di errori, i ministri e in particolare il bravo titolare dell'economia, il bocconiano Giancarlo Giorgetti, sono ancora in tempo a evitarne un altro assai grossolano, visto che la chiusura dell'operazione dovrebbe avvenire entro settembre. L'errore, non soltanto ad avviso di ItaliaOggi, ma anche di molti sindaci, imprenditori italiani e normali cittadini, è la scelta di vendere Ita Airways a Lufthansa.
L'immediata obiezione può essere: ma per un congruo periodo Lufthansa rimarrà in minoranza e comunque lo stato ha il diritto di dire basta rispetto ai passivi continui di Alitalia. Più che giusto, ma il coinvolgimento di Lufthansa esisteva anche senza bisogno di farla diventare prossima dominante della compagnia italiana di bandiera; infatti, l'idea originaria era di allearsi con la maggiore compagnia aerea europea e non cederle il controllo. Ciò aveva senso.
Si ricorderà, infatti, che Lufthansa era della partita anche quando il 65% era programmato che fosse acquisito da Msc, non soltanto una delle più importanti compagnie di trasporti marittimi cargo ma anche il principale operatore di crociere, come dire un operatore molto importante per l'industria del turismo da cui l'Italia non può prescindere e che anche in questi mesi sta salvando il pil del paese.
L'operazione era già definita: Msc, posseduta dalla famiglia di Gianluigi Aponte, italiano di Sant'Angelo (Napoli), sarebbe stato appunto alla fine proprietario del 65%, Lufthansa avrebbe avuto il 20% e lo stato, nella doverosa azione di controllo, avrebbe mantenuto il 15%. Salvo diverso bilanciamento delle quote, la maggioranza assoluta sarebbe rimasta comunque in mani italiane e soprattutto nelle mani di un imprenditore che è il numero uno non solo del settore crociere ma anche molto rilevante nel trasporto navale cargo. Tutti settori perfettamente coordinabili con una compagnia di bandiera dedicata non solo ai passeggeri ordinari e speciali delle crociere ma anche al sicuramente redditizio comparto dei voli cargo.
Non a caso, il responsabile operativo di Ita sarebbe stato Alfredo Altavilla, ex-braccio destro di Sergio Marchionne, responsabile allora nel gruppo Fiat-Chrysler anche delle operazioni logistiche.
Come mai improvvisamente questo progetto è caduto?
Per l'azione pressante del vicepresidente della Camera dei deputati, Fabio Rampelli di FdI. Rampelli, ex-nuotatore, si è a lungo occupato delle vicende di Alitalia, con legami presso i sindacati interni. Non è chiaro perché, ma di fatto ha cominciato a prendere a martellate l'assetto azionario della compagnia che era stato congegnato e che prevedeva appunto la maggioranza di Msc-Aponte. Il martellamento si è basato essenzialmente sul punto che Aponte sarebbe svizzero. In realtà Aponte è di Napoli, ma ha sposato una signora svizzera e da allora risiede in Svizzera.
Sta di fatto che questa campagna ha avuto successo, nel senso che a un certo punto Aponte si è scocciato di essere considerato un evasore, quando la maggioranza delle sue attività avvengono in Italia con dipendenti e tassazioni italiane. E quindi ha deciso di non andare oltre nelle trattative.
Non è passato molto tempo e Aponte ha confermato il suo interesse al settore aereo perché proprio di recente ha annunciato l'acquisto di Alicargo, compagnia con una buona reputazione sul mercato.
La presidente Meloni, con la prontezza che sa dimostrare, si è accorta dell'errore di affidarsi totalmente a Lufthansa, che ha sì la maggioranza di alcune compagnie non tedesche, ma in nessun paese rilevante controlla la compagnia di bandiera. I ragionamenti che risulta abbia fatto la presidente Meloni sono più che razionali.
1) Già oggi Lufthansa ha la capacità di raccogliere in Italia con voli per i suoi due principali hub in Germania, imprenditori, uomini d'affari e privati cittadini che apprezzano la sua efficienza. Diventando il controllore di Ita non potrebbe che estremizzare questa attività. Con una conseguenza sicura: l'aeroporto più grande del Nord Italia, Malpensa, controllato in maggioranza dal comune di Milano ma strategico anche per il Piemonte e buona parte del Nord est verrebbe sostanzialmente declassato e il Nord Italia non avrebbe più, di fatto, voli intercontinentali diretti. Lufthansa, onestamente, non ha sottaciuto questa evoluzione, sostenendo invece il ruolo fondamentale di Linate per voli nazionali, europei e diretti agli hub tedeschi per volare nel mondo.
2) Nel progetto Aponte-Altavilla era invece previsto che Malpensa mantenesse il ruolo di aeroporto intercontinentale per voli diretti, fondamentali per gli utenti del Nord Italia, collaborando con Lufthansa per destinazioni intercontinentali meno fondamentali. Malpensa avrebbe avuto anche un forte sviluppo del cargo. Mentre Fiumicino avrebbe servito America Latina, Africa e Asia.
La presidente Meloni è talmente consapevole di tutto ciò che, come ItaliaOggi può rivelare, non molto tempo fa ha chiamato Aponte per chiedergli se fosse ancora disponibile. E per confermare il suo alto interesse, Aponte ha risposto che è interessato al 100% della compagnia. Ma naturalmente, così come nella trattativa precedente, è disponibile ad avere a fianco Lufthansa per tutte le sinergie che possono nascere. Ed è dato sapere che una soluzione del genere andrebbe bene anche a Lufthansa, che così eviterebbe di consolidare il bilancio di Ita che per un po' di tempo sarebbe non entusiasmante.
Ci sono quindi le condizioni perché l'iniziativa diretta della presidente Meloni possa emergere. E a conferma, Lufthansa non ha ancora approvato nel suo consiglio in maniera definitiva l'operazione Ita.
Un fatto è certo: al di là di Aponte o di ogni altro possibile partner, un paese che vive di turismo come l'Italia, che è la terza economia d'Europa, non può non avere una compagnia di bandiera che faccia non solo gli interessi degli azionisti, ma anche l'interesse dell'intero paese, dando la possibilità di chi ne ha bisogno di volare direttamente dall'Italia verso le principali destinazioni internazionali.
Così come si è fatta prendere la mano dalla concorrenza politica sulla vicenda dei super profitti delle banche, per converso, la presidente Meloni ha ben compreso che la scelta di rinunciare a una compagnia di bandiera italiana, con l'integrazione del cargo con i porti di Genova e Venezia e delle crociere come base di fatturato, non può essere buttata al vento.
La risposta di Aponte è stata fin troppo incoraggiante per avere il dovere di non discriminare un imprenditore che ha larga parte della sua attività in Italia, solo per il fatto che avendo sposato una cittadina svizzera ha la doppia cittadinanza. (riproduzione riservata)
Paolo Panerai
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