Ita, in arrivo le offerte definitive dalle cordate capitanate da Msc e Delta. Poi la palla a Palazzo Chigi
Alla mezzanotte di lunedì scade il termine per consegnare i piani per la privatizzazione. Msc-Lufthansa puntano 850 milioni per rilevare l'80%, gli americani con Air France e Certares hanno migliorato la proposta sulla governance. Su tutto pende l'incognita del cambio di governo, con Fdi pronta a rimettere l'assegnazione in discussione
https://www.repubblica.it/economia/2022/08/21/news/ita_vendita_cordate_msc_delta-362465635/MILANO - Rush finale per la presentazione delle offerte per rilevare Ita Airways, la ex Alitalia nelle mani del Tesoro e in mezzo a un percorso di privatizzazione sul quale è piombata la crisi del governo Draghi.
La mezzanotte di lunedì 22 agosto segna il termine entro il quale le due cordate in campo - Msc con la tedesca Lufthansa da una parte e gli americani di Delta Airlines con Air France e il fondo Certares dall'altra - invieranno le loro offerte per rilevare la compagnia che è al 100% di proprietà del Ministero dell'Economia.
Come ha raccontato Repubblica nei giorni scorsi, da parte di Delta & CO. è arrivata una apertura a rilanciare. Lunedì la cordata metterà nero su bianco la disponibilità di Delta a entrare direttamente nell'azionariato dell'aviolinea tricolore, mentre finora aveva mantenuto, in sintonia con Air France, la prospettiva di esser un semplice partner commerciale.
Per cercare di ribaltare il giudizio che fino a poco fa sembrava pendere decisamente per Msc-Lufthansa, la cordata sfidante sarebbe anche pronta a fare concessioni di governance. Per rispondere a quei dubbi che avevano suscitato le proposte non vincolanti, lascerebbe al Mef la scelta sul nuovo presidente e le poltrone di due consiglieri su cinque, dando anche un potere di veto su tematiche politicamente molto rilevanti
come la gestione degli scali strategici (Linate e Malpensa a Milano, Fiumicino a Roma) oltre che sui piani che riguardano i rapporti con i lavoratori e i livelli occupazionali.
Quanto alle cifre, stando a quanto circolato il piano di Gianluigi Aponte, numero uno di Msc, con i tedeschi prevederebbe di stanziare 850 milioni e riservare il 20% al Tesoro (Msc avrebbe il 60%, il restante 20% Lufthansa). Dall'altra parte, arriverebbero 600-650 milioni, alzando però la quota da lasciare in mano pubblica oltre il 40%. Lo Stato gradirebbe un impegno immediato ad acquisire anche la quota che per il momento resterà in sua mano, una volta che decidesse di uscire del tutto dal capitale, e la cordata di Delta interverrebbe a rilevarla a condizioni già fissate.
Dal punto di vista industriale, le due cordate fanno leva sulle rispettive forze. Con Msc e Lufthansa si prospettano sinergie per l'aspetto cargo (visto che Msc è un colosso del trasporto marittimo), ma con vista sul business dei crocieristi e ovviamente la forza del trasporto passeggeri dei tedeschi. D'altra parte si punta a fare di Ita una testa di ponte sia verso l
'Africa che verso il Nord America.
Una volta definite le offerte finali, spetterà a Palazzo Chigi decidere con chi andare a trattativa in esclusiva. Il governo si è impegnato a portare a termine il processo di vendita, nonostante il suo orizzonte sia stato accorciato dalla nota crisi politica. I sindacati hanno chiesto a gran voce che la compagnia stia fuori dalle beghe politiche, perché senza partner la compagnia non sta in piedi (e con essa i suoi lavoratori). Ma Fratelli d'Italia è salita sulle barricate. Il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, dice che l'esecutivo non è legittimato a chiudere la partita.
Guido Crosetto in una recente intervista ha elaborato oltre: "Questo governo può prendere delle decisioni e quello successivo sarà libero di prenderne atto o modificarle".Sull'esito della privatizzazione pende dunque l'incognita elettorale del 25 settembre. II timore è che il nuovo capitolo duri poco. E dire che non ce ne sarebbe bisogno. Ricordava su queste colonne, pochi giorni fa, Alessandro De Nicola che dal 1974 al 2016 la compagnia aerea di bandiera ha perso 9 miliardi di euro e lo Stato ci ha investito 10,6 miliardi. Dal maggio 2017, quando è entrata in amministrazione straordinaria, nonostante il ridimensionamento operativo sono andati in fumo altri 2 miliardi, cifra probabilmente approssimata per difetto.
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Questa domenica d’estate tutti a scrivere su ITA…
Nella prima fretta di Certares (che non è una cordata dato che sino ad ora AF/KLM e Delta hanno depositato nell’attuale offerta un Euro) traspare il solito piano fallimentare consolidato da decenni con quattro aerei su tre basi, due su Milano ed uno su Roma.
Non parliamo del Nord America a cui l’Italia e’ collegata grazie già alle statunitensi, Emirates,LaCompagnie e la italianissima Neos.
Sull’Africa idem grazie a vettori africani e pure Neos.
Per il resto nulla di nuovo tranne che a quanto pare Crosetto si sia già dovuto inchinare al volere della Meloni (di disfare tutto) dimostrando di non contare nulla già ora nel partito.