Al Mef come tanti altri pensano ancora di avere un gioiellino tra le mani, gli stessi francesi che hanno già dato la definirebbero ***.
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Ita Airways, il dossier arriva a Palazzo Chigi: Msc e Lufthansa sono avanti
di Leonard Berberi
https://www.corriere.it/economia/aziende/22_agosto_30/ita-airways-dossier-arriva-palazzo-chigi-msc-lufthansa-sono-avanti-6e4d6584-27d0-11ed-83db-919b375d30ef_amp.htmlIl dossier sulla privatizzazione di Ita Airways da ieri è nelle mani di Mario Draghi con le valutazioni degli advisor e le indicazioni del Tesoro sulle offerte delle due cordate, Msc-Lufthansa e Certares. Il premier ha garantito una decisione in tempi rapidi per questo una risposta è attesa «nel giro di poche ore, al massimo entro domani», spiegano due fonti al Corriere. Al netto di sorprese — che non sono mancate questi mesi — a livello industriale sarebbe avanti la proposta consegnata da Msc e Lufthansa.
Le mosse
Resta come ipotesi il nulla di fatto dal momento che il terzo giro di offerte non ha registrato miglioramenti significativi rispetto a quelle inviate il 5 luglio. Le stesse fonti segnalano il tentativo di Certares di «sorpassare» la busta della famiglia Aponte e dei tedeschi promettendo al Mef maggiore controllo e l’esclusiva sulla nomina del presidente (non esecutivo) e dell’amministratore delegato: elementi che avrebbero trovato il gradimento di più di qualcuno al Tesoro.
Le reazioni
Non è chiaro, al momento, se verrà fatto un annuncio. E, in caso di scelta della cordata, se ci sarà la trattativa in esclusiva o si passerà subito alla firma dell’accordo preliminare di vendita. A Palazzo Chigi le bocche sono cucite. Silenzio anche dal Mef, azionista unico dell’aviolinea e «regista» dell’iter. Del resto sono ore delicate per un dossier che è finito anche nella campagna elettorale. No comment anche da Ita Airways. Da quanto si apprende dopo aver consegnato le offerte, il 22 agosto, gli advisor del Mef (Equita e Gianni & Origoni) hanno chiesto due giorni dopo alle cordate di chiarire alcuni punti contenuti nei plichi, cosa che sarebbe stata soddisfatta da entrambe.
Le proposte
Le offerte partono da un valore dell’impresa attorno ai 950 milioni di euro, ma per il resto divergono su diversi punti. Msc e Lufthansa confermano di voler rilevare l’80% della compagnia (60% per gli Aponte, 20% per i tedeschi), lasciando il 20% al Tesoro, ma indicando nel documento una data a partire dalla quale l’azionista pubblico dovrà vendere le sue quote alla cordata in cambio di una cifra definita che potrebbe aumentare di 100 milioni se i risultati dell’aviolinea dovessero essere migliori di quelli previsti dal piano redatto nei mesi scorsi a Ginevra e Francoforte.
L’opzione Msc-Lufthansa
A livello industriale i due colossi vogliono mani libere sulle scelte cruciali, comunque consultando il Mef, ed è prevista l’aggiunta di Roma Fiumicino al sistema di hub di Lufthansa — costituito da Francoforte, Monaco, Zurigo, Vienna —, il focus sul cargo (a partire da Milano Malpensa) e l’espansione delle rotte di medio e lungo raggio verso Sudamerica, Africa e un pezzo del Medio Oriente. Ci sarà particolare attenzione alle destinazioni toccate dalle navi da crociera di Msc e anche agli snodi portuali del gigante dei mari dove poter trasportare i dipendenti della logistica. Ita avrebbe poi anche un ruolo di primo piano nella joint venture transatlantica del gruppo Lufthansa con United Airlines e Air Canada.
L’opzione Certares
Dall’altra parte Certares ha abbassato la quota da acquistare al 55%, lasciando così l’altro 45% — e un maggiore peso decisionale — al ministero dell’Economia. Non sarebbero previste tempistiche di uscita dell’azionista pubblico, così come nei documenti non ci sarebbe scritto che entreranno nei prossimi mesi nella compagnia tricolore Delta Air Lines e Air France (che figurano come partner solo commerciali). Resta sul tavolo pure la quotazione in Borsa, come rivelato dal Corriere. Per il resto il business plan punta su Fiumicino, su un maggiore ruolo — non da socio di primo livello — nell’alleanza transatlantica di Delta, Air France-Klm e Virgin Atlantic e sull’aumento dei flussi dagli Usa all’Italia. Ora gli occhi sono puntati su Palazzo Chigi. E sulla volontà di Draghi di chiudere — tra i tanti dossier aperti — il faldone sul futuro di Ita.