di Michelangelo Borrillo
https://www.corriere.it/economia/aziende/22_settembre_01/da-alitalia-ita-airways-storia-infinita-salvataggi-privatizzazioni-69bcda06-29b8-11ed-8963-d54a3aeaa2d9_amp.html
Una era Alitalia, l’altra è Ita Airways. Ma la seconda, come è evidente anche nei fazzoletti di carta offerti a bordo con il vecchio simbolo, è la versione mini di Alitalia. La storia in continuità delle due compagnie di bandiera ha superato i 75 anni di vita: Alitalia venne fondata nel 1946 e il primo volo risale al 1947: da allora — hanno calcolato gli uffici studi — è costata ai contribuenti 12 miliardi di euro. Come in ogni storia che si rispetti, non mancano i corsi e ricorsi. L’ultimo, di ieri: Klm, già protagonista due volte (senza successo) nella storia di Alitalia, di cui una a braccetto con Air France, si riaffaccia anche nella storia di Ita, sempre con i francesi.
La prima privatizzazione è datata 1996, governo Prodi: lo Stato cede il 37% della compagnia che si quota in Borsa. Ma serve anche un partner industriale che viene individuato proprio nell’olandese Klm. Nel 2000, però, l’accordo globale inciampa in una questione locale: gli olandesi puntano sull’hub di Malpensa ma Roma (città e governo) non permette che Fiumicino abdichi in favore dello scalo milanese. Dieci anni dopo, nel 2006, sulla scia della più grande crisi internazionale dei bilanci aerei prima del Covid (l’effetto 11 settembre 2001) serve una nuova privatizzazione-tampone. E così il governo Prodi, ancora lui, decide di cedere un ulteriore 39% della compagnia e quindi il controllo: trattativa diretta, perché ’interlocutore è unico ed è proprio Air France-Klm. Fino a quando non irrompe sulla scena Silvio Berlusconi con l’ idea di preservare l’italianità della compagnia con i suoi «capitani coraggiosi» della Cai (Compagnia aerea italiana), la good company guidata dall’imprenditore Roberto Colaninno, mentre la bad company rimane a carico dello Stato. Ricorda qualcosa? All’epoca la resurrezione ha vita breve: manca il partner industriale che arriva nel 2014 con gli arabi di Etihad. Abituati, però, a lavorare sulle rotte a lungo raggio: Alitalia non riesce a riprendersi neanche con gli emiri, arrivando a perdere quasi un milione al giorno. E così arriva l’ultima crisi, a partire dal 2016 (come il 2006 e il 1996). Il resto è storia recente. E il 2026 non è poi così lontano.
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The day after i principali media ad evidenziare le motivazioni della scelta del Mef per Certares ma nessuno che scrive quale erano le intenzioni di MSC/LH (noi qui alcuni punti li abbiamo riportati prima che il Mef decidesse ndr).
La discontinuità tra Alitalia ed ITA era già una barzelletta ma ora è totale anche perché non cambierà nulla, stesse rotte, stessa alleanza, stessi scali ma maggiore voragine di costi.
Manca solo pittare nuovamente alcuni aerei con il logo Alitalia e poi tutto sarà come prima.
Oddio…la EU stara’ col fiato sul collo mentre con questo trend entro fine anno la quota di mercato passerà dal 8 al quasi 6% (i punti si perdono in fretta ma per recuperarne solo uno bisogna sputare sangue).
Intanto a Milano da ieri si festeggia e l’obiettivo è quello di farli sbaraccare il più possibile da Linate e il volo pups per New York.