Questo è l'anno della ripresa del traffico dopo la pandemia e la situazione è comunque, in parte, imprevedibile e con pochi precedenti.
Da un lato la domanda è molto forte: tutti vogliono tornare a volare e recuperare il tempo perduto, ma ci sono anche dei problemi.
Il carburante è su livelli davvero alti e le compagnie hanno meno aerei ed equipaggi di quanto vorrebbero: per i primi c'è il chiaro impatto sulla produzione del post pandemia (piu' Boeing che ci ha messo del suo), mentre per i secondi ce ne sono tanti da riassumere e addestrare da zero.
Il risultato sono prezzi alle stelle.
Venendo a Milano, troviamo Linate e Orio che salgono, mentre Malpensa non ha ancora raggiunto i livelli del 2019.
Questo è in linea con quello che succede in tutta Europa, con una forte e netta ripresa del corto-medio raggio, trainata dalle compagnie low cost (che ora sono tali solo di nome). Sul lungo raggio, la ripresa non si è ancora vista su alcuni mercati, tipo parte dell'Asia, mentre il Nord America sta andando forte.
Non sono tutte rose e fiori, l'inverno non si preannuncia altrettanto stimolante. Ryanair ha definito la domanda "soft" e se non ci saranno novità, inizieranno i tagli. Chi ha pagato caro il volo per le vacanze estive, non vuole (o non puo') fare il bis in autunno.
A Milano, c'è invece da scommettere sulla tenuta del traffico business, che sta recuperando lentamente ma con passo fermo.
In questo quadro, che per i prossimi mesi si annuncia incerto, ne vedremo di tutti i colori: aumenti, riduzioni, spostamenti da un aeroporto all'altro e, a Malpensa, il rafforzamento dell'intercontinentale che ha già visto alcuni annunci importanti (le cinesi) e rumors interessanti (AA).
Nessun commento.