Il boom di Linate e Malpensa, incremento del 40 per cento: il picco nel 2035. Previsti oltre 57 milioni di passeggeri
https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/22_ottobre_23/boom-linate-malpensa-incremento-40-cento-picco-2035-previsti-oltre-57-milioni-passeggeri-4a0ed10e-147c-4a27-ad94-6ef56b9b1xlk_amp.shtmlL’analisi del «Piano nazionale degli aeroporti»: l’incremento dei due scali sarà di oltre il 40%. E intanto riprendono i collegamenti con l’Asia
Uno è un aeroporto strategico, ma non è hub di alcuna compagnia. L’altro è uno scalo cittadino, con vincoli strutturali che ne limitano i voli sia come numero che come distanza. E però, nonostante questo, Malpensa e Linate sono destinati a toccare i quasi 53 milioni di passeggeri in transito nel 2035 — contro i 35,4 milioni del periodo pre Covid — che possono diventare 57 milioni se dovesse filare tutto liscio. Se, per esempio, non ci dovessero essere criticità: un’altra pandemia, una guerra, una crisi economica, uno choc petrolifero. Il dossier È questo uno degli elementi interessanti che emerge dalle 115 pagine del «Piano nazionale degli aeroporti», il documento strategico dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) e del ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili che prova a pianificare il trasporto aereo nel nostro Paese da qui al 2035. Dice quel rapporto che l’aeroporto di Malpensa ha una potenzialità di mercato «minima» di 37,74 milioni di passeggeri tra dodici anni, e una «massima» di 44,48 milioni. La crescita, rispetto al 2019 (periodo record), oscilla quindi tra il +40,8% e il +66%.
Il dossier
L’evoluzione positiva al 2035 riguarda pure Linate che passerebbe da una media degli ultimi anni (al netto del 2019, quando ha chiuso per tre mesi, e del periodo Covid) di 9 milioni di transiti a 12,2 milioni (in entrambi gli scenari), con un incremento di almeno il 41,5%. I 10 milioni, però, Linate dovrebbe raggiungerli già nel 2025. La stima per il «Forlanini», ed è qui l’altra curiosità, «tiene in considerazione i limiti previsti per legge dei 18 movimenti orari», sottolinea il documento. Per questo, se il vincolo degli spostamenti massimi dovesse decadere, Linate potrebbe anche arrivare a 20 milioni. Del resto è lo stesso dossier che ricorda come la «capacità di pista teorica aggiuntiva» potrebbe portare da 18 a 29 i movimenti orari nel city airport milanese, mentre margini di incremento ci sarebbero anche a Malpensa che potrebbe passare da 70 a 76 decolli/atterraggi all’ora. Nei due aeroporti milanesi passerebbe poco meno di un quinto dei passeggeri di tutto il Paese che dovrebbe registrare 232 milioni di passeggeri nel 2025, 266 milioni nel 2030 e 302 milioni al 2035.
Un Pil da recordAnche per questo il Piano nazionale ricorda la creazione della «Rete aeroportuale milanese» (Malpensa, Linate) che è così rilevante perché si trova ad avere un’«area di riferimento si estende oltre i confini lombardi, raggiungendo gran parte del territorio piemontese, ligure e della pianura Padana, tra le aree più densamente popolate e ricche d’Europa, per un totale di 737 miliardi di prodotto interno lordo raggiungibile entro le due ore di macchina». In ogni caso, avverte il documento, «riguardo al city airport milanese per collegamenti punto a punto è necessario individuare una razionalizzazione delle tratte in modo da valorizzare al massimo il network a cui appartiene», è il ragionamento che viene fatto nel documento. In questo ambito rientra anche l’intenzione dell’Enac — anticipata dal Corriere — di imporre alle persone dirette negli Usa o in Asia a recuperare il bagaglio al momento dello scalo nell’hub Ue della compagnia e a consegnarlo di nuovo al bancone del check-in per portarlo alla destinazione finale.
La finestra sul mondoIntanto dopo un’estate da record (di ricavi) sull’asse Milano-Stati Uniti, la «guerra» diretta di ben sette compagnie aeree solo sulla rotta Malpensa-New York e un’offerta di sedili in vendita che è stata inferiore di solo il 10% rispetto allo stesso periodo pre Covid (2019), l’aeroporto milanese in provincia di Varese inizia a ridurre il divario con la parte orientale del mondo. Lo conferma la ripresa dei collegamenti diretti di Cathay Pacific con Hong Kong (per ora una volta alla settimana con un Airbus A350-1000), poi l’inaugurazione della Malpensa-Taipei (Taiwan) di Eva Air il 27 ottobre (due frequenze settimanali con un Boeing 777). Un volo che doveva essere effettuato nel primo trimestre del 2020 ma lo scoppio della pandemia e lo stop agli spostamenti hanno bloccato tutto. «Da quando il governo ha rimosso la quarantena per chi arriva a Hong Kong abbiamo visto una risalita delle prenotazioni, in particolare sulle rotte europee», ha raccontato di recente al Corriere Ronald Lam, Chief customer e commercial officer di Cathay Pacific. «L’Italia è un mercato importante per noi e Milano è un centro finanziario ed è un’ottima destinazione dall’Asia sia per la componente business che per quella turistica», ha poi aggiunto. Timidi segnali di ritorno alla normalità, anche con la parte di globo che ha visto alcune delle misure anti-contagio più rigide di sempre. In attesa che riapra la Cina.
lberberi@corriere.it——-
Anche nel Corriere si son stufati della telenovela romana di ITA & Co e tutti, guardando i numeri hanno capito che lo sviluppo e’ su Milano.